Linguaggio, Progresso ed Evoluzione
“L’esistenza del mondo con tutto ciò che contiene e con tutto ciò che lo circonda è un mistero che sempre esige di essere interpretato”
– Herbert Spencer
Herbert Spencer, filosofo e pensatore inglese contribuì a divulgare l’idea di evoluzione come progresso necessariamente indirizzato al meglio (idea che non compare in Darwin) e si è occupato, anche, di filosofia politica ed economica in vista di una legge universale della vita e del cosmo che segue un movimento progressivo e sempre più crescente. È realmente così?
Nel riconoscimento che “l’esistenza del mondo con tutto ciò che lo circonda è un mistero che sempre esige di essere interpretato” si incontrano scienza e filosofia e comprendiamo, tristemente, quanto la nostra conoscenza è racchiusa essenzialmente nei limiti del relativo, come relativa è, nei confronti della realtà che non può essere conosciuta, la natura umana. Molte cose, che spesso abbiamo ritenuto già conosciute, in realtà non lo erano abbastanza e forse mai saranno pienamente conosciute.
L’idea di progresso – ci spiega anche lo storico Aldo Schiavone – esprime qualcosa di profondo e di essenziale: una rappresentazione della storia senza la quale la nostra identità e la nostra capacità di progettare il futuro sono a rischio. E questo lo abbiamo notato più volte, purtroppo, durante questo tempo di emergenza. C’è davvero progresso? Si guarda realmente ad un buon progresso dopo tutto quello che abbiamo vissuto nei mesi passati?
Sicuramente, si poteva fare più informazione, si potevano scambiare più conoscenze, si potevano usare meglio le risorse. Ma questo è un problema che non viene dalla povertà tecnica o tecnologica, bensì è un problema di “povertà della politica”. Certamente, nella storia, le epidemie si determinano in un rapporto, che è complesso e complicato, tra uomo e natura, e il rapporto uomo-natura è sempre stato complesso e complicato, anche quando avevamo una capacità di incidere sulla natura infinitamente minore di quella che abbiamo oggi. Rischiamo, quindi, uno sviluppo (tecnico e tecnologico) senza progresso (umano). E allora l’evoluzione dove è?
E allora, se vogliamo interpretare, leggere il mistero dell’esistenza del mondo e tutto ciò che in esso è contenuto, dobbiamo parlare anche di linguaggio. Con quale linguaggio possiamo leggere il mondo che adesso, sempre più di prima, crediamo di conoscere?
Jacques Lacan – psicoanalista, psichiatra e filosofo francese – è stato il primo a collegare la psicoanalisi al linguaggio (“l’inconscio è strutturato come un linguaggio”) e parte proprio dalla parola. La parola è, quindi, l’unica materia del lavoro di analisi, un lavoro di analisi che riguarda prima di tutto noi stessi e solo successivamente il mondo. Ma perché la parola è così importante? Prima di tutto perché non c’è esperienza umana o relazione che non faccia esperienza della parola, e poi perché le parole fanno bene e le religioni, ad esempio, questo lo sanno da sempre. La parola, dunque, cura.
Che cosa si attende il soggetto dall’altro? Cosa attendiamo noi, quindi? Attendiamo, giustamente, grazie anche al potere della parola, di essere ri-conosciuti cioè conosciuti nuovamente, un’altra volta ancora. È questo è un tema di cui si parla molto ultimamente, purtroppo (ancora!)…
L’uomo deve ri-conoscere prima di tutto la sua povertà e i suoi limiti, aprendosi e donandosi nell’incontro, occasione buona per valorizzare libertà e dignità della Persona e quindi giungere ad un vero e completo progresso.
“Quando il mondo intero si preclude una via d’uscita, si irrigidisce, si fa tetro e fascia l’uomo come un carcere. La parola abbatte questo carcere, eleva dalle tenebre alla luce e fa manifesto ciò che era conchiuso. Essa rende capaci di mettere le cose in chiaro e di superare se stessi.”
– Romano Guardini
Il testo che vi suggerisco per questa settimana è: Progresso di Aldo Schiavone, edito dalla casa editrice Il Mulino.
*l’immagine utilizzata per questo articolo è un’opera intitolata L’arte della conversazione del 1963 di René Magritte, conservata al Museo Magritte di Bruxelles.