Dopo aver affrontato lo studio di Machiavelli e Guicciardini i ragazzi della 4C hanno identificato alcune relazioni interessanti con il film Inside out. Seguono alcuni testi tratti dai loro scritti.
Attraverso il corpo l’anima parla
Siamo formati da migliaia di cellule, 7 apparati, ossa, tessuti, organi, sistemi e poi da idrogeno, ossigeno, carbonio, azoto, calcio e fosforo e nonostante ciò sicuramente dimentico ancora qualcosa. Tutto collabora dentro noi, tutti al loro posto, ognuno con le proprie funzioni, ognuno collegato all’altro.
Il nostro corpo non ci mente mai: abbiamo fame e lo stomaco brontola, abbiamo sonno e gli occhi cominciano a stropicciarsi, abbiamo freddo e i brividi scorrono veloci su di noi come se dovessero vincere chissà quale gara, siamo imbarazzati e arrossiamo, siamo innamorati e il cuore batte forte, siamo spaventati e di nuovo il cuore batte forte…
Siamo un marchingegno perfetto, qualcuno potrebbe anche dire che siamo macchine: forse sarebbe vero se non fosse per lei, la delicata anima che risiede in noi. Allora vedete che corpo e mente sono in concomitanza?
Oserei anche dire che mente e corpo siano su una corda in bilico sospesa, se uno sta male, l’altra cade, l’uno il riflesso dell’altra, se invece camminano insieme fino al punto d’incontro tutto andrà bene, l’importante è non lasciare uno di loro, indietro.
Bisogna quindi prendersi cura di entrambi: Giovenale avrebbe proprio detto “Mens sana in corpore sano”.
Mentre però vediamo che il nostro corpo segue uno schema ben preciso, quando si parla di sentimenti ed emozioni niente ha più un ordine, ognuno reagisce con il proprio modo… Riley, protagonista del cartone “Inside out”, si ritrova a convivere con un cambiamento quasi costante che la porta a far fronte al subbuglio che si ritrova dentro.
Non esistono emozioni lecite da provare ed emozioni che non ti puoi permettere di provare: certo alcune magari preferiremmo allontanarle, ma tutte ci insegnano qualcosa, tutte contribuiscono a costruire le basi delle fondamenta del nostro mondo interiore. Niccolò Machiavelli nel suo Principe, scrive una delle più affascinanti ed eleganti metafore, che tratta del politico che deve necessariamente avere le fondamenta per essere ritenuto tale. Queste, però, devono essere coltivate con impegno e dedizione: Riley infatti si trova proprio nel periodo dell’infanzia e dell’adolescenza, quando comincia a scoprire il complesso meccanismo con il quale danza la sua anima.
Guicciardini sa che ciò che ci succede è frutto del caso, della fortuna che decide se girarci contro o esserci amica. Se potesse parlare con la protagonista del cartone certamente glielo direbbe che l’accettazione del cambiamento è fondamentale, che non deve disperarsi per il trasferimento che i genitori le hanno imposto, perché non avremo mai potere sulla fortuna, poiché assume un ruolo dominante. L’uomo non ha certezze, se non quella che il cambiamento, nella sua vita, avverrà.
La tranquillizzerebbe dicendole di non ascoltare i consigli degli altri su come affrontare la situazione che le si presenta, perché, come scrive nei suoi Ricordi, non ci saranno mai consigli e lezioni che vadano bene a tutti; deve ascoltare se stessa, capendosi e calcolando le sue ambizioni per raggiungere gloria e onori.
Machiavelli, invece, prediligerebbe un piano più realista, esorterebbe alla forza d’animo e alla virtù, ad essere l’artefice del suo destino, cambiando le situazioni avverse in positivo, cogliendo il bello nel brutto, quindi vedendo il trasferimento come una circostanza dalla quale è possibile trarre insegnamento.
Le emozioni hanno un senso e, a secondo del modo in cui ricordiamo il passato, potremmo avere ripercussioni nel nostro presente e nel nostro futuro.
Sofia Sciortino
Alla luce di “inside out”
[…] Un altro elemento presente nella trama sono i ricordi di eventi passati: questo richiama Machiavelli, sia per la sua passione per i classici, sia per la sua ferma idea di dover cercare nel passato le risposte per il presente. Mentre lui credeva che nella storia dell’uomo i problemi si ripetessero (e quindi anche le soluzioni erano da cercare lì), per Guicciardini no: la priorità era data al caso particolare. […]
Personalmente,dopo questo attento confronto ho potuto capire come alcuni pensieri rimangano attuali e profondamente radicati nell’animo e nella psiche di ognuno di noi.
Giulia Speranza
[…] L’equilibrio cercato da Machiavelli, come possibilità di controllo dell’uomo sulle forze della natura, si rompe a favore di una concezione della realtà come campo degli “accidenti fortuiti”, dell’imprevisto e del casuale, che gli uomini con fatica possono contrastare. Le diverse emozioni di Riley sono in tal senso simbolo della virtù umana, ossia la capacità di ciascun individuo di piegare a suo favore anche le situazioni avverse. Secondo il pensiero di Machiavelli, la principale virtù del politico è infatti la duttilità (caratteristica che all’inizio sembra mancare alla protagonista del film), il sapersi adattare ad ogni situazione, il saper conformare l’azione al contesto concreto che si ha di fronte e che può variare di volta in volta. Difatti, uno tra i messaggi più suggestivi che questo film trasmette è che tutte le emozioni, se armoniche e cooperanti tra loro, sono essenziali nella nostra vita. Alla luce del pensiero di Guicciardini, si potrebbe affermare che l’uomo deve trovare dentro di sé la propria armonia interiore, adottando le giuste risorse al fine di superare ogni difficoltà. Se si riesce a conseguire il proprio equilibrio interiore, è possibile fare squadra con gli altri (come nel caso delle emozioni della protagonista di Inside out) e in tal modo non sopraggiunge alcun desiderio di prevaricazione. La psicologia cognitiva che è alla base del film ci insegna come felicità e tristezza siano due facce della stessa medaglia e che, diversamente da quanto si potrebbe presupporre, talvolta è proprio la seconda ad assumere un ruolo dominante nella nostra personalità. Il concetto più profondo del film riguarda infatti il legame tra gioia e tristezza: dal film si comprende come sia importante vivere tutte le emozioni e che la tristezza ci consente di andare avanti, come è accaduto a Riley. Si tratta di un messaggio che è per i bambini fondamentale, ma che al contempo si rivela incredibilmente illuminante anche per gli adulti in un’epoca in cui le fragilità sono demonizzate, in quanto anche i più piccoli risentono di un ambiente fortemente intriso di competitività, dove sembra che la tristezza sia segno inconfondibile di inferiorità e debolezza. Saper ascoltare le emozioni fa parte del corredo della nostra intelligenza emotiva e uno dei messaggi più significativi di questo film è proprio quello di non sopprimere le emozioni, ma imparare ad ascoltarle, perché soltanto così potranno indicarci utili strade da seguire. Occorre quindi saper accogliere ogni emozione per raggiungere un equilibrio e per il sano sviluppo socio-emotivo dell’individuo: è questo un messaggio importante da trasmettere a bambini, genitori, docenti e a quanti si occupano dell’educazione dei più piccoli.
Roberta Sucato
Inside out è un film d’animazione risalente al 2015 ed ideato per una visione adatta alle famiglie, bimbi annessi. Ideato da Pete Docter, non a caso regista e padre nella vita privata. Capolavoro marcato Disney-Pixar degno del premio oscar vinto. In un ruolo così difficile come quello del genitore, Docter confessa al grande pubblico di essersi trovato come un bambino davanti ad una nuova e curiosa impresa: quella di capire cosa stesse accadendo alla figlia adolescente spiegando al tempo stesso la motivazione celata dietro a determinati comportamenti. E, come tutti noi desideriamo poter fare, ha ipotizzato di poter guardare dentro la sua mente (Inside) per giustificare ciò che accadeva nella realtà, quindi letteralmente all’esterno (out). Ciò che realizza è un ingegnoso meccanismo di dentro-fuori (inside out) fra ragionamento e azione, fra l’interno e l’esterno, che decide di portare sotto forma di cartone animato con tanto di personaggi e situazioni cruciali nella vita di una ragazzina qualunque. Ed è proprio una ragazza ad essere soggetto di questa magica ed emozionante pellicola. […] Grazie alla paura dell’ignoto, della perdita della propria autostima e delle cose belle che possedeva, per protezione, lei si tutela dalla sofferenza esterna, che però avrà internamente. La rabbia per i beni perduti, per non essere riuscita a tenersi stretta quella serenità la fa divenire ribelle e vuole farla scappare da casa, cosi come il disgusto la protegge dalla società e dal ciò che la circonda, estraneo e non sicuro per la sua incolumità. Tutte queste emozioni agiscono tutte sotto aspetti diversi per un comune scopo: il bene della persona. Ed è il concetto di bene interiore che da anni è fonte di filosofie, di discussioni e altrettanti studi. Fra i grandi autori e scrittori dell’età del Rinascimento, periodo chiave della riscoperta del benessere e dell’importanza del valore dell’uomo come essere umano mortale e fragile, due personaggi sembrano essere più vicini a questa storia di quanto si pensi- Machiavelli e Guicciardini. Sono entrambi uomini che diedero nuovi punti di vista per guardare la vita. Il primo, così come il nostro regista Doctor, fondava i suoi pensieri e le sue deduzioni sul metodo scientifico. E difatti alla base del fenomeno di “inside out” vi è l’osservazione e la conseguente ipotesi, seguita da una “prova” ed infine una conclusione. Da questo modo di agire Pete cerca di spiegare i comportamenti della figlia, che a loro volta si incatenano fra loro creando azioni, interazioni e quindi avvenimenti che si trasformano in ricordi, parola chiave del pensiero di Guicciardini. Fu proprio lui a scrivere “I Ricordi” una serie di memorie dedicate ai figli, ove la sua esperienza viene trascritta e tramandata. E chissà se anche Pete abbia pensato di rendere queste sue deduzioni, questo stesso film, una memoria per sé stesso negli anni a venire o per tutti i papà e i genitori che verranno dopo di lui. Chissà se il suo scopo non fosse quello di far sentire i genitori meno soli e più consapevoli che i figli sono un emblema un po’ per tutti. Ed è proprio per via di queste continue domande senza risposta e di comportamenti apparentemente inspiegabili si intreccia il tema della fortuna, come destino, e virtù, come volontà. […] E quando le emozioni della nostra piccola protagonista prendono il sopravvento e disgusto e rabbia tentano di allontanare tristezza ci sembra quasi di rivedere Il Principe di Machiavelli che cerca di gestire il male del presente per, almeno, garantire un futuro. Ed è così che i messaggi fra le righe di un semplice cartone si intrecciano. Perché solo con la collaborazione delle emozioni e dei personaggi si può avere un equilibrio, proprio come scrivevano i nostri due autori. Perché da una parte sembra che la fortuna sia nostra amica, come per Guicciardini, e dall’altra solo una forza da contrastare quando le cose diventano difficili, come spiegava Machiavelli. Perché i ricordi sono esperienze, fonte di esperienza e di crescita per noi stessi e per gli altri, proprio come I Ricordi di Guicciardini e gli esempi riportati da Machiavelli riguardo le forme di governo passate. Con la differenza che il primo puntava alla singolarità di ogni evento, inimitabile ed irripetibile, mentre il secondo voleva trasmettere linee generali guida per evitare che le stesse pericolose dinamiche passate possano ripetersi. Se da una parte la memoria è intima e personale e ognuno di noi guarda al passato con occhi diversi, una memoria comune è necessaria per combattere determinate tragedie. Ed è così che il nucleo dei concetti di contorno prende forma con l’idea del ricordo. Il ricordo, come fonte da non rimuovere mai, sia nel bene sia male poiché una situazione non elaborata, soprattutto se traumatica, è fonte di danni anche più gravi nel futuro. L’uomo non è un animale fatto per soffrire e la nostra mente è un luogo arduo da comprendere e conoscere, diverso da essere ad essere. Così da una mente moderna come quella di Pete Doctor, non si riscontrano troppe differenze nel ragionamento di Machiavelli e di Guicciardini. Ed è ciò che infondo vuole dimostrarci lo stesso cartone. Se nel nostro essere siamo diversi, la nostra anima non è poi così distante. Da uomo a uomo la libertà di pensiero è lecita, ma il diritto di riconoscere il male e farne lezione di vita è obbligo morale per tutti -con o senza “particulare”-.
Giulia Palmeri
[…] Il costante scenario della memoria della protagonista ci fa comprendere quanto i ricordi siano fondamentali nella vita di un uomo, poiché forgiano la sua personalità. Questo Machiavelli lo sapeva bene, dal momento che per comporre le sue opere si basava sulle proprie esperienze passate o su quelle altrui, dando valore alla lezione che gli antichi classici o i personaggi che hanno cambiato la storia vogliono impartire. Sicuramente il messaggio celato dal film è che tutte le emozioni vanno accettate, a prescindere dalla loro natura. Sopprimere un’emozione si rivela, sia nel film sia nella vita reale, un’azione che può anche condurre a un turbamento tale da perdere se stessi, così come accade alla giovane protagonista. Bisognerebbe lasciar andare tutti i convenevoli per cui un uomo deve essere sempre sorridente e aprire le porte della nostra anima anche a tutte quelle sensazioni definite negative, perché dovremmo imparare che la vita è come una montagna russa, definita da alti e bassi: anche dalle esperienze più tristi è possibile apprendere qualcosa che arricchisce noi stessi e il nostro modo di vedere il mondo.
Aurora Oliveri
[…]Uno dei temi principali del film è il mutamento delle condizioni esistenziali e il repentino destabilizzarsi di un mondo interiore solido e sicuro. Possiamo rintracciare questa prima tematica in entrambe le concezioni della vita degli autori studiati. In Machiavelli troviamo spesso questo tema, soprattutto collegato al periodo dell’esilio forzato. La lontananza dalla vita politica attiva era per lui intollerabile, perciò affiora in Machiavelli il pessimismo disincantato e amaro sulla natura umana. […] In lui però non non c’è un atteggiamento rinunciatario e rassegnato, ma si può riconoscere sempre una fiducia nella capacità, propria dell’uomo, di sfruttare le circostanze favorevoli che la fortuna concede: essa è quindi domabile solo attraverso la virtù. Anche Guicciardini sperimenta l’allontanamento dalla politica. Egli a causa di avvenimenti politici avversi preferì rifugiarsi nella sua villa di Finocchietto, ritirandosi dunque dalla vita politica. Durante questo ozio forzato emerse maggiormente il suo pessimismo, che gli impedì di riconoscere nella storia le linee di un disegno razionale: questa sua visione trova decisive conferme a causa delle ultime tragiche vicende della sua vita. In Guicciardini troviamo un’esasperazione del pessimismo: secondo l’autore per l’uomo è impossibile controllare gli eventi, poiché l’andamento delle cose è soggetto al caso e all’imprevisto, senza che l’uomo, in balia di se stesso, riesca a porvi rimedio. Insomma, insegnano i nostri autori e il film “Inside out” che dobbiamo accettare i cambiamenti e la fortuna, in quanto inevitabili nel corso della vita dell’uomo.
Giada Cimo’
Un semplice film d’animazione del 2015 può far emergere la poetica di due scrittori rinascimentali? La risposta non è scontata, poiché si deve saper trarre il significato nascosto da ciò che si è visto ed avere la capacità di leggerli attraverso quanto ci hanno lasciato Machiavelli e Guicciardini. Pete Doctor, regista di Inside out, scrisse il suo film osservando la figlia crescere, quindi egli prese un modello da studiare. Ciò può rimandare al procedimento ragionativo di Machiavelli: il poeta, dopo un’attenta osservazione sui fatti del presente e uno studio approfondito degli eventi antichi, avvia una riflessione sui modelli del passato, mettendo a confronto ciò che c’è stato, ciò che c’è e anche ciò che ci potrebbe essere. Egli crede che soltanto grazie alla storia si può creare un futuro più solido. Questo pensiero non è condiviso da Guicciardini, che riteneva la storia inutile per il presente, poiché priva di valore esemplare: ciò che conta è il “particulare”. […] Ci si può soffermare anche sulle varie emozioni della protagonista: ognuna di esse ha un ruolo ben preciso. Tristezza è un personaggio riflessivo, non a caso il suo colore è il blu, colore freddo. La malinconia di questo personaggio inizialmente non fa accettare il cambiamento alla protagonista. Gioia può rappresentare la perfezione dei caratteri rinascimentali. La Rabbia è un personaggio che induce a delle emozioni esplosive che poi si riversano sul ruolo di Paura. Quest’ultima riesce a giustificare molti comportamenti dell’uomo: l’istinto di sopravvivenza dell’uomo accende la paura che spinge all’autotutela. Il ruolo di Disgusto preserva l’uomo da ciò che ci dà fastidio. Insomma, le emozioni sono una sorta di manuale: imparare dal passato per agire nel presente.
Gaia Bosio
“Inside out” nasce dall’esperienza di un padre, Pete Doctor, nonché il regista, che vede cambiare le emozioni di sua figlia durante l’adolescenza: decide allora di creare tale film, che diventa una vera e propria guida di vita non solo per la figlia, ma anche per adolescenti e adulti, che fanno ancora fatica a far pace con le proprie emozioni. Per un motivo molto simile, Guicciardini decide di dedicarsi alla scrittura della sua opera più celebre, “I Ricordi”. Anche l’autore, infatti, scrive la sua opera per dare consigli ai propri figli. […] Insomma, come la protagonista del film perde i ricordi del suo passato, non ha più una personalità e non dispone degli strumenti necessari per vivere la sua vita con consapevolezza, così anche nella società attuale, se non studiassimo la storia, saremmo privi di identità e non sapremmo come affrontare il presente, non potendo beneficiare delle esperienze passate.
Gloria Amenta
[…] Forse molti potrebbero osare dire che Guicciardini sia un pessimista degno di nota ma non è così, lui è semplicemente realista, ha posto davanti gli occhi dell’essere umano la verità e come molte volte accade quando qualcosa non ci conviene allora preferiamo crearci la nostra bolla di illusioni dove tutto è perfetto, così non è. La vita non è perfetta, gli ostacoli della fortuna saranno sempre nascosti nella penombra pronti ad uscire alla luce quando meno ce lo aspettiamo e questo la piccola Riley purtroppo non lo sapeva. Dal nulla tutto è crollato, ha dovuto abbandonare ciò che la rendeva felice e come molti ha reagito chiudendosi in se stessa, sfogandosi attraverso la rabbia e la tristezza. […] Ma davvero bisogna ripudiare del tutto le emozioni negative pur di autoconvincersi di star bene e soprattutto per convincere gli altri? Ecco perciò la sfida della psiche che ciascuno di noi, indipendemente dall’età, dalle condizioni esterne, dall’entità delle sfide e dalla mancanza o presenza di aiuti esterni deve affrontare: accettare i cambiamenti come tali cercando di non farsi sopraffare dalle troppe emozione ma cercare di trovare equilibrio, ecco che forse il pensiero di Guicciardini non ci sembra poi così tanto pessimista. Effettivamente adeguarsi ai cambiamenti inevitabili non significa subire passivamente: significa, indipendentemente dall’età, saper bilanciare il flusso di emozioni in modo tale da superare quell’ostacolo che la fortuna ci ha posto davanti.
Giulia Verdicaro