Conoscere, partecipare e gestire per noi è stato il massimo. Non ci aspettavamo infatti un esito così positivo dalla comunità di Bagheria e dintorni: in verità durante la preparazione iniziale vedevamo il FAI come una perdita di tempo ma ci siamo dovuti ricredere e ora ringraziamo anzi il consiglio di classe e in particolare la prof. Angela Maria Aiello e il prof. Fiorenzo Carella che ci hanno proposto questa attività.  

In queste due giornate siamo stati con i ragazzi della IV F, abbiamo dovuto quindi innanzitutto imparare a conoscerci e devo dire che siamo entrati tutti in un clima di collaborazione: se qualcuno era in difficoltà eravamo sempre pronti a supportarci. Questa esperienza è stata molto arricchente anche per l’aspetto formativo. Molti di noi (me compreso) non avevano mai visto il monumento della Certosa nella sua interezza o pur conoscendolo l’avevano sempre visto come un museo che si trova a Bagheria senza essere informati sulla sua affascinante storia. Una delle domande poste da me e da Noemi, una ragazza della IV F, ai visitatori nella sala principale era appunto se si ricordassero il passato della Certosa. La maggior parte di essi non ne conosceva l’origine. La domenica mattina però, quando ci si è presentata una signora molto anziana, abbiamo trovato molto interessante vedere cosa ne sapesse lei. Ci siamo sentiti molto sorpresi quando ci raccontò di alcuni particolari che persino noi ignoravamo prima di allora. Un altro incontro che ci ha particolarmente colpiti è stato con un bambino che sarebbe stato cicerone a palazzo Butera il giorno dopo. Lo abbiamo istruito sulle pitture, mentre era curioso di sapere da Arianna ed Elisa della F qualche informazione in più sul gioco. Quest’ultime avevano il compito di illustrare la tavola tattile ai visitatori: l’oggetto più indovinato è stata la stella marina. Uno stupore così lo abbiamo manifestato anche con i bambini della scuola Cirincione che, come noi, si trovavano ad essere ciceroni per un giorno. In queste due giornate, come si è capito, abbiamo sì imparato a relazionarci con persone che avevano fame di cultura, ma come ho detto, ci siamo anche conosciuti meglio a vicenda: In particolare sia noi che i professori abbiamo ammirato molto il modo di relazionarsi con la gente di Maite, Federica, Simona e Alessandra e delle altre ragazze con parole che raggiungevano tutti e che hanno incuriosito e appassionato i visitatori.

È stata importante la presenza dei ragazzi che erano impegnati con l’accoglienza, che pur trovandosi in situazioni bizzarre hanno sempre mantenuto un comportamento impeccabile e professionale. Non ci dimentichiamo infine dell’incontro tra il Maestro Piraino e Maite, la mia compagna che viene dalla Bolivia, che Piraino ha voluto conoscere nel momento in cui aveva saputo la nazionalità della ragazza e a cui ha regalato un filmato sulla Bolivia. Il direttore del museo infatti ha da tempo rapporti con questo paese del Sud America sia per ragioni private che per ragioni di carattere artistico-culturale. Che dire, un esperienza interculturale durante la narrazione di alcuni episodi della storia boliviana siamo evasi per qualche minuto in quel meraviglioso paese. Rimanendo in tema voglio raccontare ora un evento molto esilarante. La domenica pomeriggio abbiamo avuto un altro incontro particolare: un signore presentandosi iniziò a parlare in modo strano, io di quanto diceva comprendevo solo la metà. Dopo abbiamo capito che stava parlando in spagnolo e abbiamo provato a parlargli in francese e in inglese senza ottenere alcun risultato. Alla fine, dopo dieci minuti di tentativi (devo confessare anche risate), il signore a nostra sorpresa ci parlò in italiano e capimmo che si era trattato di uno scherzo. Alla fine delle spiegazioni del museo abbiamo ricevuto molto complimenti, non sono state poche le persone che hanno ammirato il nostro lavoro e la passione con cui trasmettevamo il nostro sapere. Lo ha notato persino il Maestro Piraino che, intervistato da me, ha rilasciato: “Stiamo vivendo un’involuzione della società, la società è cambiata in negativo. Siamo ormai davanti a valori diversi che non danno più importanza come prima alla cultura. Potrei dire però che mi rincuora il fatto che nello stesso tempo rimane una generazione positiva che guarda al futuro e che ha voglia di buttarsi nella cultura”.

Andrea Ticali II B

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