“Chi compie un gesto coraggioso e salvifico nella vita quotidiana , colui che dà prova di coraggio e abnegazione, detentore di ambiziosi desideri, le cui gesta saranno ricordate, il cui nome rimarrà inciso, costui è un Eroe” (Alessandro D’Avenia)

Dalla mitologia alla letteratura moderna, da Omero a Stan Lee, da Gilgamesh a Greta Thunberg, eroe è colui che “non è più coraggioso di una persona comune, ma è coraggioso cinque minuti più a lungo.” (Ralph Waldo Emerson).

Il tì estì socratico necessita però di un’attenta analisi nel tempo di questa figura insita nella natura umana ma che appare tanto straordinaria da poter star seduta tra gli astri. Modello a cui aspirare, l’eroe greco è mezzo attraverso cui un popolo identificava la propria storia, le proprie usanze, la propria grandezza. Definito dal καλὸς καὶ ἀγαθός incarna solitamente i valori dell’aristocrazia, perfetta combinazione tra bellezza fisica e bontà morale. Segno lampante dell’uomo valoroso in guerra nel mondo omerico la kalokagathia è per Platone un ideale aristocratico che distingue il sapiente dalla massa incolta.

Eroi indiscussi sono ad esempio Ettore dall’elmo lucente, Diomede βοὴν ἀγαθός «dal potente grido di guerra», il divino Achille, il pio Enea o Ulisse μεγαλήτωρ «dal grande cuore» e πολυμήχανος «ingegnoso». Andres che hanno come valori e obiettivi τιμή καὶ κλέος “onore e fama”, uomini tutti d’un pezzo, che non sanno piegarsi neppure di fronte a morte certa, che mai come Archiloco abbandonerebbero il proprio scudo per aver salva la vita. Non solo di natura semidivina ma morti per la patria nell’antica Grecia come in epoca moderna “Dei morti alle Termopili gloriosa è la sorte…Né il tempo che ogni cosa distrugge, né il musco potrà tale funerea veste disfare. In questa tomba famosa ora vive la gloria dell’Ellade. (Simonide); “Eleviamo in questo giorno il nostro pensiero a quanti combatterono e si immolarono per l’indipendenza e per la libertà, ai caduti della resistenza, a tutti i nostri fratelli che sacrificarono la vita per tali altissimi ideali: è una schiera innumerevole e gloriosa che ci guida nel nostro cammino, presente tra noi, vivente dell’esempio che ci ha trasmesso. Da loro traiamo auspici per il futuro, nella fierezza di esserne eredi, nella consapevolezza degli ardui impegni che ci attendono.” (Sandro Pertini). Eroe nell’antica Roma è il depositario di tutte le qualità del mos maiorum o simbolo del mito dell’homo novus come Catone il Censore, Mario o Agrippa. Eroe è Cicerone per i siciliani contro Verre, Scipione Africano contro Annibale.

Nel Medioevo sono eroi cristiani i martiri, figure straordinarie come Federico II o grandi navigatori come Bartolomeo Diaz. Straordinari eroi del pensiero sono gli illuministi del Settecento, eredi della acutezza intellettuale dell’Atene del V secolo a.C.

Nell’Ottocento romantico l’eroe diviene un uomo fuori dalla società e dai suoi schemi ai quali si contrappone con fierezza, portatore di forti sentimenti e ideali collettivi come l’amore per la patria, la giustizia e l’indipendenza, indossa l’abito del titano o della vittima.

E quando sembra esser giunto l’apogeo dell’antieroe letterario con Dostoevskij o reale con i regimi totalitari ,moti irrequieti portano alla luce gli uomini della Resistenza, i Partigiani, le Aquile Randagie, promotori di pace come Martin Luther King o Mahatma Gandhi.

Sarebbe però altrettanto semplice stravolgere quanto detto finora, se solo si pensasse a Tersite come eroe dei suoi pari, per il suo coraggio di ribellarsi, a Lutero come eroe dei protestanti se pur visto negativamente dalla chiesa cattolica, eroi gli indigeni che uccisero Magellano durante il suo viaggio di esplorazione-conquista. Talmente soggettiva risulta la concezione di eroe che il termine potrebbe anche estinguersi, ma mai con lui uomini comuni che hanno compiuto gesta più o meno grandi e,in ogni caso, straordinarie per qualcuno.

Basti pensare all’impegno degli eroi siciliani per eccellenza, Falcone e Borsellino che, con coraggio, hanno lottato per la Sicilia e che adesso continuano a vivere in teste pensanti, nella memoria dell’intera isola e di tutta l’Italia. Servizi come quello di suora Manu nella “missione speranza e carità” di Palermo e delle sorelle che con lei,quotidianamente, si prendono cura di Annabelle, di Salomon, di Mary e di tutti i bimbi e le donne che vivono lì.

Eroe è il nonno che resta sempre quel giovanotto in foto con il cappello piumato da bersagliere, o la nonna che sforna dolci anche solo per strapparci un sorriso.

Il nostro eroe può sederci accanto, può stare dietro la cattedra o in un fumetto, in fin dei conti ciascuno di noi può essere l’eroe di qualcuno, ed ogni piccolo gesto può divenire inconsapevolmente eroico.

Sta a noi saper scegliere il nostro modello, il nostro eroe, sta a noi saper essere eroi.

Martina Giglio, III B Liceo Classico

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