Dopo il successo della Notte Bianca, svoltasi il 17 gennaio 2020, molte sono state le emozioni, le gratificazioni e le belle sensazioni che hanno accomunato docenti, studenti, collaboratori e personale ATA a seguito della buona riuscita e del successo dell’evento. Nell’intervista, da me realizzata la mattina del 23 gennaio e sotto riportata, ecco un bilancio di quella che è stata la notte nazionale del Liceo Classico, in un vero e proprio racconto attraverso gli occhi della preside, che ha speso in merito una molteplicità di parole positive, accompagnate da un sano orgoglio, per la nostra amata scuola.

Al seguente  link  è invece consultabile la prima parte dell’intervista alla Preside


Come pensa sia stato visto dai cittadini bagheresi l’evento della Notte Bianca?

Penso sia stato accolto molto bene perché c’è stata una grande affluenza di utenti. Il territorio ha risposto in maniera più che positiva. Il momento di incontro con le scuole secondarie di primo grado del territorio, con la premiazione dei ragazzi più meritevoli e con i tanti docenti e genitori che hanno preso parte a questa prima fase dell’evento, è stato molto interessante. Dopo l’apertura ufficiale della Notte Bianca, la dottoressa Li Vigni è stata veramente una persona splendida, il suo intervento interessante, accattivante, mai noioso ma sempre corredato da belle immagini, ha saputo prendere anche il cuore dei ragazzi tanto da proporci di cominciare l’anno prossimo dei percorsi di PCTO (ex alternanza scuola-lavoro) per valorizzare le professioni legate all’archeologia. Ci diceva infatti che l’archeologia marina è un campo che offre grandi possibilità di lavoro per i nostri giovani e, i nostri ragazzi, che concludono un percorso liceale di tipo classico, hanno tutti i presupposti per continuare ad avere un percorso di studi nell’ambito dell’archeologia e quindi di essere dei futuri archeologi marini. Per tale ragione abbiamo già preso dei contatti per continuare questo percorso assieme.

Come ritiene opportuno descrivere la notte nazionale del Liceo?

Devo dire che la notte nazionale del Liceo è stata un’idea brillante, anche durante la cerimonia di apertura ho detto che per me sembrerebbe come un ossimoro questo accostamento tra Liceo Classico austero, rigoroso, almeno nell’immaginario collettivo e questa idea della Notte Bianca che da noi si è conclusa con un momento di musica in cavea. Effettivamente questo accostamento che sembra stridere, ha dato in realtà l’idea di quello che è il liceo classico: una scuola seria, che ti dà gli strumenti per accedere a qualsiasi percorso universitario, ma al contempo una scuola aperta al territorio e ai cambiamenti, che sa cogliere quali sono i bisogni del mondo giovanile.

Come reputa sia stata vissuta dagli studenti tale esperienza? Ritiene che i ragazzi abbiamo visto la notte nazionale come un onere o un onore?

Assolutamente come un onore. C’è stato da parte dei nostri ragazzi un grande interesse: hanno chiesto di far parte dei laboratori, di partecipare, di avere un ruolo attivo, tantissimi sono stati i tutor…  insomma una grande partecipazione che si è unita meravigliosamente anche al momento musicale diviso in due parti. La prima si è tenuta nell’aula Raineri dove si sono esibiti i pianisti, i violinisti, esibizioni che necessitavano di un ambiente più chiuso e silenzioso e poi una seconda parte che invece si è tenuta fuori nella cavea e dove si sono esibite le band: i ragazzi fino alla fine non volevano andare via, ci sono rimasti male quando ho detto loro che erano stati superati  i limiti d’orario previsti. Ecco, è stato un momento aggregativo molto forte. Mi hanno detto che è stato bellissimo poter concludere con questo momento di festa tutto questo percorso. È stato infatti un impegno importante, abbiamo cominciato le attività alle 16.30 e si sono concluse dopo la mezzanotte, quindi è stata veramente una lunga giornata, per non parlare poi dei preparativi, dell’organizzazione delle aule, quindi un lavoro enorme però molto sentito e molto partecipato.

Quale pensa sia stata la parola chiave che ha portato a questo lavoro coeso e sinergico?

Se dovessi trovare una parola per definire questo momento direi sicuramente comunità educante. Tutti, ognuno di noi, hanno fatto la propria parte. La professoressa Scardina che è la referente della Notte Bianca e che ha fatto un lavoro eccezionale di coordinamento, di coordinazione, di cura dei dettagli… Tutti i docenti che hanno preso parte ai laboratori. I collaboratori scolastici perché senza di loro non avremmo avuto una scuola così accogliente. Il personale ATA, il DSGA, il dottore Balotta anche lui una grande risorsa della scuola che gestisce con molta celerità la macchina burocratica. E ovviamente gli studenti, i veri protagonisti della Notte Bianca.

Dopo questo successo cosa augura al Liceo Scaduto?

Che acquisti sempre più credibilità nel territorio, che la comunità si possa rendere conto che il Liceo Scaduto è una realtà che produce cultura e che offre ricchezza al territorio perché accogliamo un bacino di utenza abbastanza ampio e siamo una realtà che offre strumenti di crescita importanti ai nostri studenti. Io mi auguro che ci si possa rendere conto di questo perché abbiamo veramente un’ ottima offerta formativa. È chiaro che sono ancora all’inizio del mio percorso di presidenza: il primo periodo dell’anno è stata veramente una battaglia contro i problemi dei locali, ma stiamo andando velocemente verso i traguardi che c’eravamo prefissati di raggiungere. Spero che il territorio percepisca e recepisca la nostra voglia di spenderci per i nostri studenti.

Ci saranno altri eventi di stampo simile a quello della Notte Bianca nel corso di quest’anno?

Noi continueremo a proporre importanti appuntamenti, ce ne sono già un paio in calendario, abbiamo infatti in programma una serie di appuntamenti importanti che apriremo anche al territorio. Poi, in maniera giocosa, io stessa ho proposto ai ragazzi di concludere l’anno scolastico con una bella festa nella cavea. È infatti una scuola allegra la nostra, dove si vive serenamente.

Verso chi sente la necessità di indirizzare il proprio grazie?

Intanto alla professoressa Scardina che ha avuto veramente una grande capacità di lavorare con il sorriso. Contestualmente alla professoressa Olimpia Puleo, perché noi abbiamo una grande risorsa nella nostra scuola che è la professoressa Puleo,  vicaria, vicepreside e docente storica della scuola che riesce a risolvere qualsiasi problema sempre con il sorriso e con una forte carica di positività, cosa che mi dà grande conforto. Tutti i momenti anche più difficili che io ho affrontato e ancora affronto, li affronto con serenità grazie alla sua presenza: è sempre in grado di farmi vedere il lato positivo delle cose. Ecco a chi rivolgo il mio grazie, perché senza di lei questa scuola non sarebbe quella che è.

Alessia Mangano, III D

 

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