Elena Carzan (1D) ha recensito per Hermes l’ultimo libro della scrittrice Madeline Miller
Il romanzo Circe è stato pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti nel 2018 ed è stato poi tradotto nel 2019, a cura della casa editrice Sonzogno.
L’autrice di questo libro è Madeline Miller, una scrittrice statunitense nata a Boston, che ha conseguito un dottorato in lettere classiche presso la Brown University. È nota innanzitutto per il suo romanzo d’esordio, pubblicato negli USA nel 2011: La canzone di Achille. Con quest’opera di successo internazionale, tradotta in 25 lingue, ha vinto l’Orange Prize nel 2012. In quanto sorpresa del mondo della letteratura, Madeline Miller non ha deluso le aspettative dei lettori con la stesura di Circe.
Il libro ripercorre in maniera completa la vita della maga Circe, considerata una delle figure più famigerate dell’Odissea. Tuttavia, la scrittrice non si limita a raccontare le vicende narrate nel poema omerico, ma parte dalla sua nascita, alquanto interessante, poiché, come scrive la Miller, ella “nacque quando ancora non esisteva nome per ciò che era”. In seguito fu chiamata “ninfa”, presumendo che sarebbe stata come la madre e le innumerevoli cugine. Nessuno sapeva delle sue capacità magiche, che avrebbe coltivato nel corso dei secoli fino a meritare, all’interno dei poemi, il titolo di “maga”.
Un tema che viene affrontato in maniera particolare nella storia è quello dell’immortalità, percepita dalla protagonista non come un dono, bensì come una condizione immutabile e, molto spesso, anche come un grande fardello. Nel corso della storia, le vicende di Circe si intrecceranno sia con le divinità immortali, sempre presenti, sia con i mortali, gli uomini, la cui vita si consumerà, agli occhi della maga, in un battito di ciglia.
Poiché dei miti vi sono innumerevoli versioni e nessuna può essere considerata più veritiera dell’altra, sta all’autore decidere a quale prestare fede e, se e in che misura, rivisitare la storia originale. Penso che Madeline Miller sia riuscita a trovare il giusto equilibrio, restando fedele agli antichi miti ma allo stesso tempo donando qualcosa di nuovo ai personaggi, alle vicende e ai luoghi descritti. Lo si nota anche dal lessico utilizzato: non troppo semplice, per non correre il rischio di cadere nel banale, nell’usurato, ma allo stesso tempo non arcaico. Il suo stile si discosta quindi di gran lunga da quello omerico.
Si alterna, all’interno del racconto, la presenza di personaggi piatti, che rappresentano vizi o virtù umane (o entrambi), come nel caso di Odisseo, l’eroe dal multiforme ingegno; alla presenza di personaggi a 360 gradi, che cambiano, maturano nel corso della storia, come la stessa Circe: la si incontra come una “dea bambina”, ignara del mondo e del ruolo che avrà al suo interno, per poi, leggendo l’ultima pagina del romanzo, lasciarla andare nelle vesti di adulta.
In conclusione, penso che Circe di Madeline Miller sia un romanzo da leggere con il fiato sospeso pagina per pagina, poiché nulla in questo racconto risulta scontato, trito e ritrito. Vi accorgerete poi di vari colpi di scena, fino all’ultima, grande rivelazione, che scoprirete soltanto leggendo l’ultima pagina.
Elena Carzan (1D)