Come un romanzo” è un saggio sulla lettura, scritto da Daniel Pennac e pubblicato per la prima volta in Francia, nel 1992. Il romanzo è poi arrivato in Italia nel 1993, con la sua traduzione a cura della casa editrice Feltrinelli. 

Daniel Pennac, scrittore e professore di lettere, raggiunge il successo con la serie di Belleville, una collana di genere giallo di libri per bambini. Nel 1992 sposta poi la sua attenzione su un pubblico adulto, scrivendo “Comme un roman”, un libro fuori dal comune, dedicato alla lettura e al lettore. 

Il libro si apre con un ragazzo che, seduto alla scrivania, è costretto a leggere. Pennac ci spiega proprio come l’atto dell’obbligare qualcuno a leggere, farà nascere in quest’ultimo una forte repulsione verso la lettura. 

Non a caso, il romanzo inizia dicendo che il verbo leggere non sopporta l’imperativo, avversione che condivide con alcuni altri verbi, come amare e sognare. Pennac ci fa notare quanto sia addirittura ridicolo provare ad imporre qualcosa del genere: “Dai, forza: “Amami!” “Sogna!” “Leggi!” “Leggi! Ma insomma, leggi, diamine, ti ordino di leggere!” “Sali in camera tua e leggi!” Risultato? Niente. Si è addormentato sul libro.” Sono queste le prime frasi di “come un romanzo”, che ci fanno comprendere fin da subito lo stile coinvolgente e accattivante dell’autore.

Leggendo ogni pagina, riga, parola, concetto, si prova il costante desiderio di voler imprimere tutto nella memoria. 

Una frase mi è rimasta impressa più di altre: “il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere”. Non credo che una citazione debba essere “spiegata”. D’altronde, ognuno di noi associa a frasi del genere un personale significato. Quindi, posso solo provare ad esporre la mia interpretazione. 

Leggendo, il tempo si ferma, la mente comincia a viaggiare in una dimensione senza confini. Penso sia questo quello che intendeva Pennac quando ha scritto questa parole: la lettura non è altro che un modo per vivere mille vite in una sola vita.

Leggendo questo romanzo, non ho potuto fare a meno di pensare ad una frase, scritta dall’autore francese Marcel Proust (1871-1922): “Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L’opera dello scrittore è soltanto uno strumento ottico offerto al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso” .

Pennac ci offre la chiave per una parte della nostra mente e del nostro essere, di cui ignoravamo l’esistenza. L’autore riesce ad esternare i pensieri e le sensazioni che costituiscono l’essere di ogni lettore. E questi, letti sulla carta, acquisiscono un suggello di conferma. 

In conclusione, questo libro vi farà innamorare dell’idea stessa di lettura. Una volta concluso, avrete voglia di iniziarlo di nuovo, sfogliare le pagine, sottolineare e attenzionare frasi che alla prima lettura vi erano sfuggite. Probabilmente arriverete quasi a prosciugare questo libro, nel tentativo di comprenderlo a pieno. Ma ogni volta che crederete di aver preso tutto quello che potevate acquisire da Come un romanzo di Daniel Pennac, vi renderete conto di qualcos’altro. Magari, nascosto tra le righe.

Elena Carzan, II D

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