2021-22 Magazine numero 2 Senza categoria 

Tanto grande…tanto silenzio!

“Il Silenzio Grande” è un film del 2021 diretto dal grande Alessandro Gassmann e tratto dall’omonimo romanzo teatrale di Maurizio de Giovanni.


Storia di una famiglia straordinaria, ma al tempo stesso caotica, il film racconta la storia della famiglia Primic, finita in disgrazia e costretta a vendere la villa di famiglia per volere della moglie Rose e dei due figli Adele e Massimiliano. L’unico a non voler vendere e lasciare la storica dimora è Valerio Primic e la loro fidata governante Bettina.

Il debutto in scena è avvenuto due anni fa al Festival del Teatro di Napoli e poi, durante una stagione di repliche, la tournée è stata necessariamente interrotta per l’emergenza Covid a febbraio 2020 ed è ripresa nel 2021.

Interessanti le figure di Valerio, il padre, e di Bettina, la governante.


Valerio è uno scrittore di grande fama, dal passato burrascoso e avventuroso, e da un presente ormai ripiegato su se stesso, chiuso nel suo studio “foderato”, circondato da una libreria ordinata secondo un principio, che lui definisce di “omogeneità emotiva”.
I libri, dice Primic, sono “l’arredamento della mente, i mobili che contengono i sentimenti, i cassetti delle emozioni”. E sono anche ciò cui ha religiosamente dedicato la sua vita, insieme di lettore e autore. Un personaggio sicuramente aristocratico, che non si è mai voluto abbassare alla volgarità delle riduzioni cinematografiche delle sue opere. Questa ostinazione, unita ad un completo isolamento per il lavoro di scrittura non gli permetteranno di accorgersi della crisi economica ormai imminente. Vani sono gli avvertimenti che riceve dalla moglie Rose. A lei, dopo l’inevitabile vendita della villa, non rimarrà altro che affogare il suo dolore nell’alcool.

Bettina invece, governante fidata, ci offre molti e diversi spunti di riflessione. Il silenzio grande, dice lei, è quello che si è prodotto un giorno dopo l’altro, come somma dei piccoli silenzi, delle piccole inadempienze di padre che Valerio ha accumulato negli anni, interessandosi solo alla religione della letteratura e anche alla religione di se stesso, della sua vantata grandezza, di cui alla fine non resta più nulla. Proprio in quel mutismo tombale è stata risucchiata la sua famiglia, con la moglie segretamente alcolizzata e i figli che non riescono a trovare una loro identità e un posto nel mondo, schiacciati da quel nome paterno tanto celebre quanto, in fondo, fragile.
Una storia segnata dai conflitti e dai confronti, le voci e i silenzi di una famiglia che forse caratterizza alcune famiglie.

Proprio in questo periodo di pandemia ci siamo accorti di quanto sia difficile, ma bello e costruttivo, recuperare un dialogo familiare che forse, in precedenza, tra i vari impegni quotidiani a cui dobbiamo necessariamente prestare attenzione, avevamo accantonato e perfino abbandonato ad una sterile “frequentazione”.

Giuseppe Canale VAU

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