Il 17 febbraio ha debuttato in prima italiana al Teatro Massimo di Palermo il “Don Pasquale”, l’opera buffa in tre atti di Gaetano Donizetti, con con la regia di Damiano Michieletto e la direzione d’orchestra di Michele Spotti. 

Il “Don Pasquale”, rappresentato per la prima volta il 3 gennaio 1843 al “Théâtre de la Comédie Italienne” a Parigi, fece scalpore, scandalizzando il pubblico dei tempi.

La trama è basata su un inganno: Don Pasquale, ricco ma avaro anziano adirato con il nipote Ernesto, che è ereditario delle fortune dello zio, decide di diseredare il nipote perché innamorato di una giovane vedova, Norina, di ceto sociale inferiore al suo. Tuttavia, l’anziano signore decide di sposarsi e per questo chiede al suo amico, il Dottor Malatesta, di trovargli una moglie. Così, lui gli propone di sposare sua sorella Sofronia, ragazza giovane e illibata appena uscita dal convento. La sorella altro non è che Norina, travestita da Sofronia, che, con l’aiuto del dottore, organizzerà un finto matrimonio, con l’unico fine di burlarsi di Don Pasquale e ridurlo alla disperazione. 

Il piano riesce: Norina riesce a portare allo sfinimento Don Pasquale, che chiede il divorzio, e, scoperto l’inganno, cioè che Sofronia era in realtà Norina, lieto di essersi liberato dalla moglie, acconsente all’unione di Ernesto e Norina, promettendo anche una parte del patrimonio al nipote e alla sua novella sposa.

La regia di Micheletto, giovane regista, è ambientata ai nostri giorni, con tanto di smartphone, videocamere e messaggi su whatsapp al posto delle più tradizionali missive! Una scelta non certo di poco conto, che sicuramente accentua di più il contrasto tra il vecchio avaro, appartenente ad un secolo “analogico”, e il nipote intraprendente e “digitale”.

Immagini dal Don Pasquale

I temi del Don Pasquale sono certamente il contrasto generazionale, il non accettare il tempo che passa e l’amarezza di rendersi conto che non è possibile fermare il tempo, che scivola via nonostante i nostri sforzi.

Tuttavia, al di là delle scelte registiche e della recitazione, la componente fondamentale delle opere liriche è una: la composizione musicale. Chi va al Teatro per sentire un’opera lirica senza avere un’idea di ciò che ascolterà, si godrà sicuramente l’opera, ma non a pieno. Nel nostro liceo, c’è la possibilità di partecipare ad un progetto, rivolto a coloro i quali acquistano l’abbonamento al Teatro Massimo: “L’Educazione all’ascolto, visione e fruizione dell’Opera” a cura della professoressa Tina Di Genova. L’iniziativa, nasce proprio per apprendere non solo la trama, ma anche aneddoti, curiosità riguardanti l’opera e la sua struttura musicale, e soprattutto ciò che ha portato il compositore a fare quelle determinate scelte musicali, ciò che si nasconde dietro un’opera lirica. Dietro il progetto ci sono uno studio, delle ricerche e anni di preparazione musicale da parte della professoressa, per cui merita sicuramente una menzione con lode.

Gli studenti del nostro liceo sono invitati pertanto a prendere consapevolezza del progetto e della visione delle opere, sicuramente un’esperienza suggestiva e formativa sotto moltissimi aspetti!

Giulia Sturiano 4E

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