Prendila con Filosofia: Manuale di Fioritura Personale”, brillantemente scritto da Andrea Colamedici e Maura Gangitano, pubblicato a Milano nel 2021 dalla Harper Collins, si propone di guidare il lettore in un percorso di fioritura personale tramite insegnamenti teorici ed esercizi pratici rifacendosi alla filosofia antica e moderna. Il libro è infatti un vero e proprio manuale, un percorso labirintico all’interno dei capitoli. Alla fine (o in mezzo) di ciascuno di essi si viene poi guidati a intense riflessioni e ragionamenti e, successivamente, a compiere una decisione fondamentale al bivio della scelta del capitolo successivo per il proseguimento della lettura.

Ci troviamo quindi all’interno di un gioco attraverso le pagine o, per meglio dire, attraverso la nostra stessa esistenza: un labirinto del nostro percorso di vita. In nostro soccorso, a guidarci lungo il cammino, troviamo la filosofia intesa come aiuto ad un’autoeducazione per una piena e rigogliosa fioritura del nostro Io. 

Personalmente ho veramente molto apprezzato questo libro e mi sono sentita quasi trasportata dalle pagine senza riuscire ad interrompere la lettura per la curiosità di scoprire sempre nuove osservazioni. Capitolo dopo capitolo mi sono confrontata con me stessa, grazie anche ai pensieri e agli insegnamenti di autori passati e presenti, sentendomi come spronata ad una profonda riflessione interiore che mi ha poi portato alla scoperta anche di argomenti ancora a me sconosciuti oppure ad approfondire e valorizzarne altri. 

Durante il mio percorso di fioritura, tra una pagina e l’altra, ho potuto riflettere sulla brevità della vita, sui valori, sull’ansia e la fragilità di ogni essere umano e tanti altri temi ancora… Particolarmente, però, mi sono soffermata a riflettere sulla vita in sé: ho sempre pensato che essa sia il bene più prezioso che abbiamo, seppur spesso molto complessa e intricata. Infatti, di tanto in tanto, possono anche presentarsi degli ostacoli sul nostro cammino ma, provando ad osservarli da un’altra prospettiva, essi non possono altro che diventare dei trampolini di lancio per la realizzazione dei nostri desideri e dei nostri progetti. Ovviamente non sempre riusciremo a realizzarli ma proprio per questo che è molto, molto importante non darsi colpe in quanto non sempre tutto è in nostro potere. Anche se non è sempre semplice, alla fine, ci renderemo conto che anche le difficoltà che abbiamo incontrato ci hanno fortificato e sono ormai parte integrante di noi stessi e del nostro bagaglio personale. 

Nel corso del nostro viaggio di vita è importante imparare a saper discernere per cosa vale la pena impiegare le nostre energie e, di conseguenza, come ottimizzare il nostro tempo. Seneca sosteneva che:

non è vero che abbiamo poco tempo; il problema, piuttosto, è che ne perdiamo tantissimo”.

Come ci consigliano gli stessi Colamedici e Gangitano, dovremmo infatti riuscire a vivere la vita in profondità senza guardare alla sua lunghezza o durata. È un po’ il “carpe diem”, “afferra il giorno” o “cogli l’attimo”, che non è solamente una locuzione delle Odi di Orazio, ma piuttosto una sorta di mantra che ciascuno di noi dovrebbe perseguire. 

Spesso perdiamo troppo tempo nella costruzione di un’immagine falsata di noi stessi pur di compiacere gli altri dai quali cerchiamo mille approvazioni pur di sentirci bene: beh, la verità è che non dobbiamo essere sempre impeccabili o sempre pronti a dimostrare per forza qualcosa. Tutto questo tempo mal impiegato potrebbe invece essere sfruttato per una fioritura/cambiamento personale che parta proprio dal piacere a sé stessi: la vita è veramente fin troppo ricca, piena di colori, di immagini, di emozioni, per poterla sprecare. L’importante è non fermarsi mai perché, come dicono gli autori:

è proprio quando pensi di aver finito che in realtà hai appena cominciato”. 

Conclusa l’ultima pagina e guardatomi allo specchio, mi sono resa conto che, anche se non è così semplice, devo imparare a coltivare tutto ciò che è bello e tutto ciò che è buono, ponendomi sempre l’obbiettivo di scoprire e far germogliare la parte migliore di me stessa, avendo cura della mia persona e della mia felicità. Dopotutto, se ci riflettiamo su, tutto questo non farebbe bene solamente a me stessa, alla mia persona, ma lo “sbocciare del singolo diventa una fioritura collettiva”. Quindi, se posso/possiamo migliorare la nostra società, partendo proprio da un mio/nostro piccolo cambiamento interiore, perché non farlo? Perché non fiorire?

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