Intervista al prof. Lorenzo Palumbo

“Basta usare la parola Olocene. Non siamo più nell’Olocene…siamo nell’Antropocene!”

Queste sono le parole dell’ingegnere Paul Crutzen, che nel 2000 ha proposto con la parola antropocene, di indicare le azioni dell’uomo che hanno ripercussioni sul clima e sull’ambiente. “Dell’antropocene se ne parla tanto, ma concretamente il tema non è stato affrontato […] fino a quando non ci sarà una maggiore consapevolzza da parte dei cittadini sulla problematica ambientale […] ma decisioni concrete e cambiamenti ne vedo ancora molto pochi”.

Con queste parole il professore Lorenzo Palumbo, insegnante di storia e filosofia al liceo classico Vittorio Emanuele II di Palermo, ha introdotto questo passaggio cruciale al seminario di filosofia dell’ambiente svoltosi all’interno della nostra scuola giorno 12 Marzo 2024 affrontando temi attuali quali la crisi ambientale che tutti noi stiamo vivendo. Il presidente del festival della filosofia e rappresentante legale dell’associazione Lympha, durante il seminario, moderato dal prof. Minarda, dialogando con la prof.ssa Paola Castiglia, ha gentilmente rilasciato un’intervista alla redazione di Hermes.

Buongiorno prof. Palumbo. Cos’è l’associazione Lympha di cui lei è rappresentante legale?

“Lympha è un’associazione nata nel 2018 che mette insieme persone completamente diverse tra di loro per storia, cultura e professione. Comprende ingegneri, avvocati, professori, storici, biologi, psichiatri. Ci muoviamo tutti per un unico obiettivo: cambiare le cose (il mondo) attraverso la cultura, l’arte e la musica.” 

Pensa sia importante fare studiare la filosofia nelle scuole?

“Credo che la filosofia sia una disciplina fondamentale come presa di coscienza di ciò che si è e di che cos’è il mondo esterno. La filosofia è una tra le materie che in qualche modo vi consente di mettere in dubbio quello che c’è intorno a voi; attraverso la filosofia, voi dovete guardare il mondo con senso critico, ma non per criticarlo, ma per vedere cosa c’è oltre l’apparenza e dove sono le questioni fondamentali che si nascondono dietro la realtà. La filosofia vi aiuta a comprendere il mondo, con sguardo profondo e teoretico, e a guardare oltre la patina dorata che, ogni tanto, sembra coprire il mondo stesso.”

È ancora possibile “filosofare” ai giorni nostri come facevano gli antichi? Perché ormai sembra diventato in un certo senso impossibile tra noi giovani parlare magari di argomenti più elevati rispetto al semplice “Cosa facciamo stasera?”

“Ormai siamo tutti organismi digitalmente modificati, viviamo nell’ infosfera, oltre che nella biosfera. Ma del resto i social dovevano servire a mettere in comunicazione le persone, anche se non so se ad oggi adempiono effettivamente a questo compito. In ogni caso, con o senza social, parlate, discutete, dibattete delle discussioni che vi colpiscono e che in qualche modo riguardano la nostra vita. Fatelo, perché la discussione e il dialogo sono modi per crescere e per comprendere meglio le cose. La filosofia, del resto, è sempre stata “dialogo.””  

In che modo pensa che la società stia affrontando questo passaggio che definiremmo addirittura cruciale ad antropocene? 

“Dell’antropocene si parla tanto, ma concretamente il tema non è stato affrontato; c’è un enorme ritardo della politica, anche perché implicherebbe notevoli sacrifici, e fino a quando non ci sarà una maggiore consapevolzza da parte dei cittadini sulla problematica ambientale, cosa che ancora non c’è, e fino quando non si userà l’arma del voto per eleggere persone che si occupano direttamente della questione, non succederà niente; ci saranno dibattiti, riunioni dei delegati  a livello internazionale etc. ma decisioni concrete e cambiamenti ne vedo ancora molto pochi.”

Abbiamo iniziato il seminario con una frase di Italo Svevo. “La vita è inquinata alle radici”. Cosa può dirci riguardo questa celebre citazione?

“Questa è una citazione che mette in evidenza la situazione che viviamo oggi. La nostra vita è già inquinata, non so quanto profondamente, ma lo è; è inquinata dalle narrazioni che ci forniscono i media e l’industria culturale. noi dovremmo tutti insieme svolgere un compito, insegnanti ed allievi e capire quali sono le fonti dell’inquinamento e che cosa possiamo fare per vivere una vita AUTENTICA. Dovremmo, perciò, avere una vita degna d’essere vissuta, dedicata alla conoscenza, alla virtù e al bene.” 

Subito dopo la frase di Svevo, lei ha anche citato La Gioconda, in merito alla contrapposizione tra ambiente e uomo. Pensa che lo stesso Leonardo volesse in qualche modo “anticipare” il concetto dell’antropocene ponendo l’uomo al centro dei suoi quadri?

“Ovviamente Leonardo non viveva i problemi che viviamo noi oggi. Direi infatti che in Leonardo non può esserci ambientalismo. Il Rinascimento in generale mette al centro l’uomo perché semplicemente c’è un’idea di umanità che in qualche modo cambia la visione del mondo rispetto al Medioevo. Il Rinascimento è Umanesimo.

Leonardo non pensa ad un “uomo dominatore della natura”, perché quest’ultima fa da sfondo e la figura umana è in qualche modo privilegiata.

Io ho utilizzato il quadro di Leonardo per affermare l’idea che già nel Cinquecento si fa avanti un’idea di antropocentrismo, che per l’appunto c’è ancora oggi.”

In seguito, abbiamo anche affrontato la questione delle bombe atomiche. Cosa ne pensa della quantità spropositata di queste ultime? È un pò come se l’uomo tentasse di “autodistruggersi” creando armi contro se stesso. 

“Einstein diceva che i topi non costruirebbero mai una trappola per topi. Noi siamo l’unica specie che invece costruisce degli strumenti per distruggersi. Eppure nella gerarchia degli esseri viventi dovremmo essere all’apice, esseri dotati di ragione, capaci di valutare, ponderare e fare delle scelte di conseguenza. Queste cose purtroppo non le vediamo, tant’è vero che ci sono bombe atomiche in quantità superiore di quelle che servirebbero effettivamente per distruggere il pianeta.” 

Lei durante il seminario ci ha detto che la vita autentica è quella che viviamo con azioni quotidiane, come ad esempio l’andare mare. Come definirebbe le persone che vivono uno stile di vita diverso dal nostro? Stanno anche loro vivendo autenticamente? 

“Noi siamo a scuola e facciamo quotidianamente queste riflessioni, ma fuori da qui quante persone pensano effettivamente cosa significa “vivere una vita autentica”? Tutti pensiamo che più consumiamo, più siamo ricchi, più facciamo viaggi e più stiamo vivendo una vita autentica. Non è così: una vita che consuma energia non è autentica. Piuttosto, una vita consapevole, che fa delle scelte bilanciando ciò che utile per se stessi e per l’umanità intera è autentica. Una vita equilibrata è autentica.” 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *