Vi siete mai chiesti cos’è lo stigma e quali sono gli effetti di quest’ultimo sulle altre persone o sulla società stessa?

Per stigma si intende l’attribuzione di caratteristiche negative, fondate su stereotipi o pregiudizi, a una persona o ad un gruppo di persone. 

Esso può essere di tre tipi:

  1. Stigma inerente alle condizioni fisiche; come deformazioni (anche genetiche), colore della pelle…;
  2. Stigma inerente alle condizioni psicologiche; come malattie mentali o dell’apprendimento;
  3. Stigma tribale; legato all’etnia o ad una cultura, ad un modo di comportarsi e quindi anche ad una visione del mondo diversa dalla nostra.

Non è raro che le persone identifichino la stigmatizzazione come libero pensiero. In realtà lo stigma non solo è un fenomeno che nasce dall’ignoranza, ma che porta anche all’ignoranza e soprattutto all’emarginazione del diverso. Infatti esso ha delle conseguenze sull’intera società soprattutto sulle persone che vengono stigmatizzate. 

Secondo studi condotti recentemente fra i giovani Italiani, il 33% di questi, vorrebbe andare da uno specialista, come uno psicologo, ma decide di non farlo per paura dei pregiudizi altrui. 

Infatti tutti abbiamo sentito dire frasi come:  <<Chi soffre di depressione è sempre triste o troppo aggressivo>>, <<quella persona va dallo psichiatra, sicuramente è instabile mentalmente, sarebbe meglio starle alla larga>>. 

Lo stigma può essere anche di genere, basta pensare alle comuni credenze come:  <<quella ragazza ha le mestruazioni, sarà sicuramente aggressiva>> o ancora <<quella ragazza veste scollata, sarà sicuramente una poco di buono>>. E sono proprio le affermazioni come queste, prive di reali fondamenta o basate sul sentito dire o su una ricerca superficiale, che portano all’emarginazione di un soggetto o di un gruppo di soggetti. 

Spesso è anche la causa delle varie morti di suicidio. Come è stato fatto presente prima infatti, a causa della stigmatizzazione molti giovani decidono di non interpellare uno specialista, al punto che, spesso,  lo stress o la solitudine interna o ancora una visione contorta di sé e della realtà circostante sfociano nell’autolesionismo, in disturbi dell’alimentazione o ancora nel suicidio.

Lo stigma porta anche all’esclusione di persone che hanno solo tratti somatici, il colore della pelle oppure credenze religiose diverse rispetto alla massa, come se questi particolari influenzassero sul carattere della persona che abbiamo di fronte.

Ma allora, cosa possiamo fare per prevenire lo stigma in modo da creare una società dove tutti possano vivere in armonia con sè stessi e con gli altri? 

Sicuramente, la risposta più logica è: informarsi, prendere coscienza di ciò di cui si sta parlando prima di giudicare, cosa che in realtà è  nostro dovere in quanto cittadini.

Inoltre, per favorire l’informazione la scuola dovrebbe proporre dei corsi che permettano l’integrazione del diverso nei contesti sociali. Così gli studenti che rappresenteranno il futuro del nostro paese sarebbero aiutati a divenire più empatici e consapevoli. Solo così sarebbero in grado di capire che nessuno può giudicare il diverso, in quanto, la bellezza del mondo sta proprio nelle più piccole sfumature di diversità da cui esso è colorato. 

Elisea Maria Piraino 3°B

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